Nell' ultra-concettuale "Homer3", uno dei sub-plot dell'episodio "La paura fa novanta VI",3 si narra il passaggio di Homer dal mondo bidimensionale dei cartoni animati a uno spazio cartesiano virtuale in 3D. A un certo punto si intravedono, per pochi istanti, in semitrasparenza e senza alcun commento, queste formule: 1 + 1 = 2 (e fin qui...), p = NP (questa è già più complessa, in quanto si riferisce a una classe di problemi dell'algebra computazionale) e infine, tra tante altre:
1782^12 + 1841^12 =1922^12
Dura appena qualche fotogramma. Anche perché la concentrazione degli spettatori è subito travolta dalla perfida battuta di Selma, la quale, allo smarrimento nell'universo 3D di Homer, intento a chiedersi cosa sia quello strano luogo nel quale non ha mai messo piede, replica caustica: «La doccia?».
Eppure l'ultima uguaglianza citata meriterebbe un'attenzione assai maggiore: se fosse vera, sarebbe la dimostrazione, niente meno, che il leggendario ultimo teorema di Fermat, secondo il quale non esistono soluzioni intere positive per l'equazione an + bn = cn per valori di n maggiori di 2, è falso. Ma come è capitata lì? Un caso, una coincidenza? Parrebbe proprio di no. Per almeno due motivi.
Anzitutto, la dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat, dopo aver impegnato generazioni di matematici per oltre tre secoli, era stata finalmente annunciata, con grande risalto mediatico, appena pochi mesi prima della messa in onda di questo episodio. Ma la cosa più strabiliante è che, provando a verificare la terza uguaglianza che compare nel cartone con una calcolatrice, si trova che è giusta! Com' è possibile, visto che il teorema di Fermat è stato dimostrato? I casi sono due: o i migliori matematici del mondo, Fermat compreso, hanno torto, oppure l'uguaglianza di I Simpson è sbagliata. In realtà, l'errore sta nella nostra calcolatrice: basta usarne una con un display a più di dieci cifre significative, e ci si accorge subito che l'uguaglianza incontrata da Homer non torna: è solo l'arrotondamento a farIa apparire vera.
In ogni caso, a questo punto l'improbabile ipotesi che quell'uguaglianza sia comparsa lì per pura coincidenza è decisamente da scartare. Infatti, dietro a quella manciata di fotogrammi, c'è lo zampino dello sceneggiatore David Cohen, laurea in fisica a Harvard e master in informatica teorica a Berkeley. Proprio in vista di quest' episodio, Cohen si è scritto un software fatto apposta per trovare le quasi soluzioni del teorema di Fermat.
Ma la storia non finisce qui: c'è di meglio. O di peggio, se preferite. Alcuni fan della serie (e della matematica) hanno fatto notare agli autori di aver capito al volo che l'uguaglianza doveva essere un falso, visto che il primo membro è dispari mentre il secondo membro è pari. Ma gli autori, appena ne h~no avuta l'occasione, si sono presi la rivincita. In "L'inventore di Springfield",6 Homer, con tanto di occhiali, è intento a tracciare alla lavagna quest' altra uguaglianza:
3987^12 + 4365^12 = 4472^12
Il trucco è sempre lo stesso, ma questa volta per svelarlo occorrerà per forza una buona calcolatrice, visto che qui i due membri dell'uguaglianza sono entrambi pari.
Ciò che questa rincorsa alle quasi soluzioni mette in luce, però, è ben altro. Anzitutto, che ci sono sia fra gli sceneggiatori sia fra gli spettatori di I Simpson persone con un background scientifico di tutto rispetto, e su questo ritorneremo. Ma anche che I Simpson è un cartone animato sufficientemente complesso da essere fruibile a più livelli: non c'è alcuna necessità di cogliere la pertinenza del riferimento alla topolo gia iperbolica messo in bocca al professor Frink in "Homer3" per gustarsi l'avventura dello stesso Homer, risucchiato da un buco nero nell' universo a tre dimensioni. Così come non è certo richiesta la conoscenza dell'ultimo teorema di Fermat per apprezzare un episodio divertente come "L'inventore di Springfield". Tuttavia, per chi lo conosce e ha l'occhio abbastanza rapido da cogliere quel che appare alla lavagna, il godimento è elevato alla dodicesima potenza, proprio come i termini dell' uguaglianza. [...]