giovedì 27 dicembre 2007

la Scienza dei Simpson

Babbo Natale quest'anno, tra i vari regali mi ha portato un libro piuttosto interessante... ho iniziato a leggerlo e da dei buoni spunti di riflessione. Che libro è, vi chiedete? Non quello che immaginate voi possa far riflettere, penso... non è un saggio di filosofia. Non è un romanzo premio Nobel. Non è un testo di denuncia (anche se...). Il libro si chiama LA SCIENZA DEI SIMPSON, Guida non autorizzata all'universo in una ciambella, di Marco Malaspina. Vi chiedete perchè ne parlo in un blog sulla matematica? Già il titolo può indirizzare, LA SCIENZA... e proprio di questo parla il libro, dei riferimenti del mondo scientifico nel mondo dei Simpson... e quanti ce ne sono...sono rimasta colpita! Buona parte degli sceneggiatori dei più di 400 episodi prodotti provengono da carriere matematiche di alto livello... lauree in fisica, matematica, neuroscienze, storia della scienza, ecc. molte delle quali ad Harvard. Se ci si pensa bene sono tanti i riferimenti alla scienza... basti banalmente pensare al professor Frink (immagine a destra) e a quante volte appare con la sua scoperte strabilianti nella serie, o a quanti celebri matematici del mondo "rosa" vengono catapultati in quello "giallo", come Stephen Hawking, un grande astrofisico (immagine a sinistra), oppure semplicemente al fatto che la città di Sprigfield sopravvive grazie ad una centrale nucleare... Il punto è che, grazie alle menti brillanti che stanno dietro a molti degli episodi, i riferimenti scientifico-matematici arrivano a dei livelli ben superiori... mi permetto di prendere un pezzetto dal libro sperando che non vengano a casa mia a picchiarmi e a farmi pagare i diritti d'autore a suon di bastonate, in fondo faccio solo pubblicità positiva...



Gli sceneggiatori della serie adorano correre rischi del ge­nere. In particolare per quanto riguarda la matematica, sparsa a piene mani nei luoghi e nelle circostanze più improbabili, ma sempre lasciata in secondo piano, ricorrendo a tecniche al limite del subliminale, come quella appena descritta. E non si tratta di aritmetica da scuole elementari.
Nell' ultra-concettuale "Homer3", uno dei sub-plot dell'episodio "La paura fa novanta VI",3 si narra il passaggio di Homer dal mondo bidimensionale dei cartoni animati a uno spazio cartesiano virtuale in 3D. A un certo punto si intravedono, per pochi istanti, in semitrasparenza e senza alcun commento, queste formule: 1 + 1 = 2 (e fin qui...), p = NP (questa è già più complessa, in quanto si riferisce a una classe di problemi del­l'algebra computazionale) e infine, tra tante altre:
1782^12 + 1841^12 =1922^12
(^=elevo a potenza)
Dura appena qualche fotogramma. Anche perché la con­centrazione degli spettatori è subito travolta dalla perfida bat­tuta di Selma, la quale, allo smarrimento nell'universo 3D di Homer, intento a chiedersi cosa sia quello strano luogo nel quale non ha mai messo piede, replica caustica: «La doccia?».
Eppure l'ultima uguaglianza citata meriterebbe un'atten­zione assai maggiore: se fosse vera, sarebbe la dimostrazione, niente meno, che il leggendario ultimo teorema di Fermat, secondo il quale non esistono soluzioni intere positive per l'equazione an + bn = cn per valori di n maggiori di 2, è falso. Ma come è capitata lì? Un caso, una coincidenza? Parrebbe proprio di no. Per almeno due motivi.
Anzitutto, la dimostrazione dell'ultimo teorema di Fer­mat, dopo aver impegnato generazioni di matematici per oltre tre secoli, era stata finalmente annunciata, con grande risalto mediatico, appena pochi mesi prima della messa in onda di questo episodio. Ma la cosa più strabiliante è che, provando a verificare la terza uguaglianza che compare nel cartone con una calcolatrice, si trova che è giusta! Com' è possibile, visto che il teorema di Fermat è stato dimostrato? I casi sono due: o i migliori matematici del mondo, Fermat compreso, hanno torto, oppure l'uguaglianza di I Simpson è sbagliata. In realtà, l'errore sta nella nostra calcolatrice: basta usarne una con un display a più di dieci cifre significative, e ci si accorge subito che l'uguaglianza incontrata da Homer non torna: è solo l'ar­rotondamento a farIa apparire vera.
In ogni caso, a questo punto l'improbabile ipotesi che quell'uguaglianza sia comparsa lì per pura coincidenza è de­cisamente da scartare. Infatti, dietro a quella manciata di fo­togrammi,
c'è lo zampino dello sceneggiatore David Cohen, laurea in fisica a Harvard e master in informatica teorica a Berkeley. Proprio in vista di quest' episodio, Cohen si è scrit­to un software fatto apposta per trovare le quasi soluzioni del teorema di Fermat.
Ma la storia non finisce qui: c'è di meglio. O di peggio, se preferite. Alcuni fan della serie (e della matematica) hanno fatto notare agli autori di aver capito al volo che l'uguaglianza doveva essere un falso, visto che il primo membro è dispari mentre il secondo membro è pari. Ma gli autori, appena ne h~no avuta l'occasione, si sono presi la rivincita. In "L'in­ventore di Springfield",6 Homer, con tanto di occhiali, è in­tento a tracciare alla lavagna quest' altra uguaglianza:
3987^12 + 4365^12 = 4472^12
Il trucco è sempre lo stesso, ma questa volta per svelarlo occorrerà per forza una buona calcolatrice, visto che qui i due membri dell'uguaglianza sono entrambi pari.
Ciò che questa rincorsa alle quasi soluzioni mette in luce, però, è ben altro. Anzitutto, che ci sono sia fra gli sceneggia­tori sia fra gli spettatori di I Simpson persone con un back­ground scientifico di tutto rispetto, e su questo ritorneremo. Ma anche che I Simpson è un cartone animato sufficiente­mente complesso da essere fruibile a più livelli: non c'è alcuna necessità di cogliere la pertinenza del riferimento alla topolo­ gia iperbolica messo in bocca al professor Frink in "Homer3" per gustarsi l'avventura dello stesso Homer, risucchiato da un buco nero nell' universo a tre dimensioni. Così come non è certo richiesta la conoscenza dell'ultimo teorema di Fermat per apprezzare un episodio divertente come "L'inventore di Springfield". Tuttavia, per chi lo conosce e ha l'occhio abba­stanza rapido da cogliere quel che appare alla lavagna, il go­dimento è elevato alla dodicesima potenza, proprio come i termini dell' uguaglianza. [...]

Sorprendente... nel leggerlo, prima che mi svelassero l'arcano, stavo per partire per gli Stati Uniti a fare i complimenti ai geni che stanno dietro questo favoloso cartone animato. La genialità di questo cartone non è solo nelle sue battute, nelle sue storie... addirittura nei piccoli dettagli, messi non a caso e con banalità, ma da menti che sanno quello che fanno... mitico!

La matematica è proprio dappertutto!

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